La morte della civiltà

•22/03/2011 • Commenti disabilitati su La morte della civiltà

Non bombardiamo Gheddafi perchè vogliamo salvare vite umane. Bombardiamo Gheddafi perchè abbiamo disperatamente bisogno del suo petrolio e dei suoi soldi. Come per Moubarak, i soldi sporchi di decenni di dittature, da decenni stipati nelle banche occidentali, vengono congelati dalle nazioni sovrane. Rubati. La gente intanto muore sotto le bombe. Questa la giustizia di cui ci ergiamo a paladini.

CACHI DUE. Un racconto inedito.

•16/03/2011 • Commenti disabilitati su CACHI DUE. Un racconto inedito.

Ho visto un nano che moriva per amore era scritto sul muro scrostato dell’Ospedale Civico, proprio accanto alla segnaletica in metallo anni 50 scolorita dal tempo. Pronto Soccorso e Accettazione. Karl73 aveva appena rubato una vaschetta di carne cruda ed una bottiglia di Kappler Beer dagli scaffali del Discount di fronte ed ora mangiava con il viso immerso nella vaschetta di polisterolo seduto sul marciapiede proprio sotto la tettoia degli autobus. Una biondissima cinquantenne quinta di silicone arrestò la propria Maserati rossa al rosso del semaforo e prese a fissarlo quasi il suo mangiare carne cruda fosse un atto di pubblico onanismo. Karl73 incurante estrasse il suo iPhone e le inviò il messaggio troia non fissarmi. Immediatamente attratta dalla vibrazione del suo ammennicolo, la bionda abbassò lo sguardo verso la borsetta, allungò una mano, scosto i due cachi che avrebbero costituito il suo pranzo dietetico e ne trasse il suo iPhone. Dopo aver letto il messaggio decise di rispondere chi cazzo sei? Karl73 replicò immediatamente con troia non fissarmi mentre mangio. La cinquantenne allora spense il motore e scese dalla Maserati esattamente nell’istante in cui il semaforo scattava verde. Una fila interminabile di automobili iniziò quasi contemporaneamente a clacsonare. Chi le ha dato il mio numero di cellulare io non la conosco urlò mentre si dirigeva con passo deciso verso la pensilina degli autobus. Karl73 tirò su il grugno grondante sangue dalla vaschetta di carne cruda e gracchiò qualcosa come conosco tutti i numeri di telefono del mondo. Non è possibile conoscere tutti i numeri di telefono del mondo commentò la studentessa obesa che frattanto stava aspettando l’arrivo dell’autobus ed aveva seguito la conversazione. Cicciona il tuo è 3487654230. La cicciona sbiancò in viso ed estrasse il suo iPhone dalla cartella di Hello Kitty. Sul display era scritto I pezzi di sugna di porco dovrebbero friggere, tua madre ti odia. Le automobili in fila continuavano a clacsonare forsennatamente. Il frastuono destò l’attenzione di una coppia di vigili urbani che stava degustando un fragrante croissant appena sfornato da Mario del Trendy Bar. La cinquantenne biondissima era in piedi proprio di fronte a Karl73, il quale aveva nel frattempo affondato nuovamente la faccia nella vaschetta di carne. Mi dica immediatamente come fa a conoscere il mio numero di telefono oppure dovrò chiamare la polizia. La coppia di Vigili Urbani aveva raggiunto l’ingorgo. Il Vigile Barzutta aveva infilato il fischietto di metallo in bocca ed aveva iniziato a soffiare con tutta l’aria che aveva nei polmoni, agitando una paletta di plastica da due euro. Era tutto ciò per cui lo pagavano. La Vigilessa Marchini si era diretta con blocchetto delle multe in una mano e ricetrasmittente nell’altra verso la biondissima cinquantenne. Cosa succede qui? aveva chiesto con tono stridulo. Ammasso di merda, sparisci. La voce proveniva proprio dalla ricetrasmittente. Centrale, potete ripetere? si era affrettata a domandare la Vigilessa Marchini. Ammasso di merda, sparisci ripetè nitidamente la ricetrasmittente. Ti fai chiavare dal fratello di tuo marito, lui lo sa da anni e non gliene frega nulla aggiunse la ricetrasmittente. La vigilessa svenne andando a sbattere la testa contro il palo in acciaio della pensilina. Vedendo tutto quel sangue, la biondissima siliconata sentì improvvisamente intorpidirsi l’estremità delle sue labbra prominenti di gomma. Un omaccione grosso sul quintale era sceso dalla sua Volkswagen si era avvicinato al Vigile Barzutta e, spazientito dall’ingorgo, gli aveva sferrato un destro in pieno volto, facendo incastrare il fischietto di metallo nella trachea. Il Vigile Barzutta era stramazzato quasi immediatamente al suolo, rantolando una serie di fischi sempre più flebili. Un dottore, presto! aveva gridato una donna anche lei scesa dalla sua Smart rosa. Un uomo in camice bianco sbucato dal nulla si era avvicinato al Vigile ormai riverso a terra ed intento a schiumare bava dalla bocca. Poi aveva aperto una piccola valigetta di pelle sull’asfalto e ne aveva estratto un bisturi luccicante con cui aveva rapidamente praticato un taglio netto e deciso da un orecchio all’altro del Vigile. Aveva poi rivolto le mani al cielo ed urlato forte La mia missione è compiuta! Poco più in là Karl73 si alzò dal marciapiede e prese ad incamminarsi in direzione del cinema Odeon. La biondissima siliconata gli posò immediatamente una mano sulla spalla Lei dove crede di andare? Poi lo sguardo della cinquantenne si posò sulla vaschetta gialla di polistirolo lasciata cadere al margine della strada. All’interno c’era un cuore devastato dai morsi. La biondissima cinquantenne lasciò la presa e Karl73 si allontanò lentamente.

TERREMOTO IN GIAPPONE

•15/03/2011 • Commenti disabilitati su TERREMOTO IN GIAPPONE

Per donare 2 euro è possibile inviare un sms da cellulari al numero 45500. Oltre all’invio di un sms, le altre modalità per donare sono: online su http://www.cri.it; tramite bonifico bancario IBAN: IT 19 P 01005 03382 000000200208 – Conto corrente postale n. 300004 intestato a ‘Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 – 00187 Roma’. La causale è ‘Pro emergenza Giappone’.

CACHI. Un racconto inedito.

•07/03/2011 • Commenti disabilitati su CACHI. Un racconto inedito.

CACHI

-Quanto a D., non posso fare altro che dire NO.

-No cosa?

-No, non mi ha mai preso in considerazione.

-Intendi per una relazione?

-Intendo come essere umano.

-E adesso?

-E adesso non saprei, resta una questione irrisolta della mia esistenza.

-E ci pensi spesso?

-Continuamente.

-Lei ti piace ancora?

-La trovo stupida. E…

-E…?

-…E moscia. Fisicamente. Come la carne troppo frollata. Oppure i cachi. Ha presente i cachi con la buccia paonazza e leggermente raggrinzita?

-Sì, ho presente.

-Intendo poco scopabile.

-Quindi questa -chiamiamola infatuazione- potrebbe dirsi ormai superata.

-Lei è di un altro. Direi irrimediabilmente. Vivono assieme da parecchio tempo. Non si sposano perchè convivere fa chic e non impegna.

-Lo conosci?

-No. Lui si chiama Marco Guerra, un cognome del cazzo. Lui è un coglione.

-Come fai a dire che è un coglione se non lo conosci?

-E’ un coglione. L’ho visto ad un paio di concerti. Uno di Apicella, mi pare. Comunque la cosa non ha alcuna importanza.

-Perchè?

-Les jeux son fait.

-E la cosa ti disturba?

-Come il cane del vicino che abbaia ogni notte.

-Hai mai pensato ad elaborare una soluzione che possa farti stare bene?

-Ad esempio lanciare al cane del vicino una polpetta di carne ripiena di SuperAttak Flex Gel.

-Con quali risultati?

-Con un po’ di fortuna, dovrebbe incollargli la trachea uccidendolo in pochi minuti.

-E se va male?

-Se va male gli incolla l’intestino e lo ammazza lo stesso, ma toccherà ascoltarlo guaire per una decina di giorni. Finchè qualcuno non si dedice a chiamare un veterinario che venga ad iniettargli un dormidormi eterno.

-Non ho rispetto per chi desidera far del male agli animali.

-Non ho rispetto per chi venera le bestie più degli esseri umani. E comunque i gatti mi piacciono. A lei immagino che non piacciano. Chi ama i cani bastardi non può apprezzare il mistero e l’intrinseco esoterismo del gatto.

-Allora per oggi abbiamo finito.

-Sì, abbiamo finito.

P. sì alzò dalla poltrona, fece una piroetta su se stesso poi uscì sbattendo la porta dello studio.

Passò davanti alla segretaria vestita di bianco come una sexy infermiera fasulla che, come attivata da una fottuta fotocellula, disse con tonalità da gettoniera automatica “Sono centottanta.”

P. pescò una manciata di banconote e monete sparse dalla tasca dei jeans, poi lasciò cadere il malloppo sul tavolo della sexy infermiera fasulla.

Quella si mise a contare il più velocemente possibile, e quando riuscì a dire “Aspetti, dove va? Questi sono solo sessantasette Euro e quarantadue centesimi”, P. era già salito in macchina.

Una Fiat Palio verde in versione station wagon.

Sulla polvere del lunotto qualcuno aveva scritto con l’indice “LAVAMI”.

P. accese il motore al quarto tentativo, poi mise su il nastro che cominciava con “Babe I’m on fire” di Nick Cave & The Bad Seeds.

Anzi no, il nastro cominciava con “Love will tear us apart” dei Joy Division.

Seguiva “Babe I’m on fire” di Nick Cave & The Bad Seeds.

Seguiva “Blue Monday” dei New Order.

P. prese un Mars mezzo sciolto dal cassettino portaoggetti e strppò via l’incarto con i denti, poi si ficcò tutto lo snack in bocca.

Diciassette Luglio a Piazzale Clodio, macchina parcheggiata infuocata sotto un sole d’inferno, la Fiat Palio aveva il condizionatore.

Ma era rotto da quattro anni.

Poche centinaia di metri e l’auto non esattamente immacolata attirò lo sguardo di una coppia di Vigili Urbani.

Il Vigile, di nome Marco Pezzogna detto Pezza, era un videopokerista incallito che aveva gettato sul lastrico la propria famiglia prima di tentare il suicidio tre volte ed infine allontanarsi da casa, conoscere una ragazza nigeriana senza documenti, ottenere dalla stessa sesso in cambio della promessa di non segnalarla alle autorità competenti ed infine segnalarla alle autorità competenti.

La Vigilessa, di nome Vittoria Ghione detta Vic, aveva un fidanzato edicolante obeso, oltre duemila contatti su Facebook, una casa al Quadraro arredata da Ikea, una grande ammirazione per Bertinotti e la spondilite anchilosante.

Vic, in fatto di multe, era una vera puttana. Una volta l’avevano massacrata di botte in sei e nessuno nel quartiere aveva fatto niente per salvarla dai calci. Questo episodio, in fatti di multe, l’aveva resa ancora più puttana. Si vantava di aver elevanto una contravvenzione a suo fratello nel 2007. Nel 2010 suo fratello si era sparato in testa per una storia d’amore finita male, è un’altra storia.

Favorisca patente e libretto, disse il Pezza a P..

Il nastro era arrivato a “The queen is dead” degli Smiths e P. non potè far altro che rispondere

Merda. Mi hai rovinato The queen is dead degli Smiths.

Cosa ha detto prego?, fece il Pezza.

No, dicevo… sussurrò P.

Poi urlò forte:

MERDA, MI HAI ROVINATO THE QUEEN IS DEAD DEGLI SMITH.

Coraggio, patente e libretto. Non abbiamo tempo da perdere, era intervenuta subito Vic la puttana.

P. le consegnò un libretto di circolazione mezzo strappato avvolto in un cellophane Domopak  e la sua patente scolorita.

Vic la puttana aprì il cellophane, ne estrasse un vecchio incarto di Mars mezzo squagliato poi aggrottò le sopracciglia.

E la revisione?, disse.

P. da quel momento non disse più nulla ma attese pazientemente che Pezza e Vic compilassero il verbale da duecentosettantasei Euro che avrebbe appallottolato e gettato dietro il sedile di guida, assieme agli altri.

Poi ripartì in direzione Via della Giuliana mentre la radio gracchiava “Stop” dei Jane’s Addiction.

Era il momento di “Vasoline” degli Stone Temple Pilots quando P. parcheggiò in doppia fila a Via Giulia in pieno centro storico.

Una coppia di vigili distante circa cento metri iniziò a soffiare nei fischietti, agitare palette ed incamminarsi verso la Fiat Palio Verde.

P. prese il coltello a serramanico ed un Mars mezzo squagliato dal cassetto portaoggetti, poi scese e fece tre passi in direzione del civico 148, poi citofonò alla terza targhetta dall’alto verso il basso.

Chi è?, chiese una voce femminile dall’altra parte.

Sono io, disse P.

Io chi?, chiese di nuovo la voce.

Sono io, dai!, replicò P..

Davvero, non so chi tu sia, puoi dirmelo per favore?, insistette la voce.

Sono io! Dai! Sono io! Apri!

Non lo avevano riconosciuto, ma avevano aperto ugualmente il portone. Cazzoni.

Guerra è proprio un cognome del cazzo, pensò P., incamminandosi verso le scale e facendo scattare il meccanismo del coltello a serramanico.

Tutto sta rapidamente degenerando

•04/03/2011 • Commenti disabilitati su Tutto sta rapidamente degenerando

“Prima il whisky poi l’aggressione
così la notte è diventata un incubo”

La testimonianza della giovane che ha denunciato lo stupro in caserma. “Ricordo il tatuaggio di uno di loro”. “Avevo fame e mi hanno trasferito dalla cella alla mensa. Lì sono iniziati gli abusi”. “Ho avuto tanta paura. Ma solo il giorno dopo ho trovato il coraggio di raccontare tutto”

di EMILIO ORLANDO

"Prima il whisky poi l'aggressione  così la notte è diventata un incubo" 

ROMA – “Ho ancora in mente un tatuaggio, quello dell’uomo che mi ha violentata. Sono sconvolta. Non riesco a pensarci. Come è accaduta una cosa del genere? Io stessa non ci volevo credere. E forse ho rimosso per un po’. Ora però sento tutto il dolore. In quella mensa ho avuto tanta paura…”. Parla, parla senza fermarsi con i carabinieri di via In Selci ma sembra non riuscire a mettere a fuoco quello che le è capitato: racconta degli “abusi che ha subito” S. D. T, 32 anni, dice di essere stata la “vittima” di tre carabinieri e di un vigile urbano la notte tra mercoledì e giovedì nella camera di sicurezza della stazione dei carabinieri di Roma Quadraro.

La donna, una ragazza madre, originaria di Crema ma residente nella Capitale, arrestata per aver rubato dei vestiti in un supermercato, quella notte dormiva nella cella della piccola stazione sulla Tuscolana in attesa del giudizio per direttissima. Dice di ricordare con chiarezza “quello che è accaduto”. E racconta: “Durante la notte sono stata svegliata da quattro uomini che sono venuti da me con bottiglie di alcolici e mi hanno offerto da bere. Ho accettato, non immaginavo di non potermi fidare. Abbiamo bevuto whisky, poi ho chiesto qualcosa da mangiare, avevo fame, e loro mi hanno fatto uscire dalla cella e mi hanno portato in sala mensa”. La donna interrompe il racconto e comincia a piangere. Poi riprende: “E stato lì che è successo il peggio. Mi hanno circondata e a turno hanno avuto con me rapporti sessuali. Anche loro avevano bevuto e molto… “. Gli investigatori del Nucleo investigativo di via In Selci hanno dato il via alle indagini, hanno fatto i rilievi nella cella e nella mensa, che ora è sotto sequestro.

Le indagini sono partite appena dopo la denuncia. Poche ore dopo che S. D. T. si è presentata nell’aula di tribunale per essere processata per il furto. “Dopo l’udienza ho avuto il coraggio di denunciare, di raccontare della folle notte passata in caserma – afferma – quello che ho detto è vero. Sono pronta a descrivere i tatuaggi che aveva uno degli agenti che ha fatto sesso con me. Sono una ragazza madre, faccio lavori saltuari, ma non sono una di facili costumi”. Ad aiutare la donna è stato un amico, un agente immobiliare che l’ha accompagnata a sporgere denuncia e l’ha poi portata al Policlinico Casilino, per gli test sanitari. “Era spaventata e sotto choc – ha sottolineato l’amico – le ho detto che non doveva avere paura, ma lei era intimorita perché doveva accusare dei carabinieri. Le ho detto che doveva dire la verità. Come avrebbe dovuto comportarsi altrimenti? Lasciar correre solo perché si tratta di uomini appartenenti alle forze dell’ordine?”.

I carabinieri accusati delle violenze, da quando la vicenda è stata resa pubblica, sono stati trasferiti in un’altra stazione, sul litorale romano. I colleghi sono sotto choc: “È un fulmine a ciel sereno – dicono i militari – non avremmo mai creduto potesse succedere una cosa del genere. Vogliamo chiarezza e soprattutto vogliamo sapere se quello che dice la donna è vero”. E dei militari sui quali ora pende l’accusa di violenza sessuale tutti parlano bene: “Sono tre bravi ragazzi, benvoluti da tutti nella zona in cui operano, sia dai residenti che dai commercianti. Ma se sono colpevoli è giusto che paghino per quello che hanno fatto. Noi dobbiamo dare il buon esempio, sempre e comunque”.

(04 marzo 2011)

Antonello Venditti. Come aveva ragione…

•03/03/2011 • Commenti disabilitati su Antonello Venditti. Come aveva ragione…

Testo meraviglioso

•24/02/2011 • Lascia un commento

 

Però, (cosa vuol dire però)
Mi sveglio col piede sinistro
Quello giusto

Forse Già lo sai
che a volte la follia
Sembra l’unica via
Per la felicità

C’era una volta un ragazzo
chiamato pazzo
e diceva sto meglio in un pozzo
che su un piedistallo

Oggi indosso
la giacca dell’anno scorso
che così mi riconosco
ed esco

Dopo i fiori piantati
quelli raccolti
quelli regalati
quelli appassiti

Ho deciso
di perdermi nel mondo
anche se sprofondo
lascio che le cose
mi portino altrove
non importa dove
non importa dove

Io, un tempo era semplice
ma ho sprecato tutta l’energia
per il ritorno

Lascio le parole non dette
e prendo tutta la cosmogonia
e la butto via
e mi ci butto anch’io

Sotto le coperte
che ci sono le bombe
è come un brutto sogno
che diventa realtà

Ho deciso
di perdermi nel mondo
anche se sprofondo

Applico alla vita
i puntini di sospensione
Che nell’incosciente
non c’è negazione
un ultimo sguardo commosso all’arredamento
e chi si è visto, s’è visto

Svincolarsi dalle convinzioni
dalle pose e dalle posizioni

Lascio che le cose
mi portino altrove
altrove
altrove

Svincolarsi dalle convinzioni
dalle pose e dalle posizioni

Svincolarsi dalle convinzioni
dalle pose e dalle posizioni

A cosa serve il direttore del TG4?

•18/01/2011 • Commenti disabilitati su A cosa serve il direttore del TG4?

Emilio Fede e Lele Mora intercettati nel caso Ruby – Berlusconi (dal Corriere.it)

 

Fede: «Lele, studiamo insieme… Gli dico: “Senti, ho visto Lele, non sta bene ed è preoccupato, forse credo che una mano bisognerebbe dargliela, hai fatto tanto bene a tanta gente, lui poi se lo merita più degli altri..(…).. poi lui metterà in vendita due o tre cose e saprà come ritornare indietro tutto… Tanto poi campa cavallo che l’erba cresce…(…)…Gli dico: “Guarda, quest’uomo (Mora) c’ha dato tutto ed è quello che c’ha dato soprattutto la riservatezza… Capisco la prudenza e tutto, ma io ti dico solo questo: che lui sarà al Creatore anche fisicamente oltre che… perché lui rischia la bancarotta… allora diventa peggio il problema”

(…)

Mora: «Certo».
Fede: «Vuol dire che possono diventare uno e mezzo: io ne prendo quattro e tu otto, va bene?».
Mora: «Benissimo, meraviglia, meraviglia, bravo direttore, bravo».
Fede: «Ecco, allora, adesso la cosa è avviata. Eh, dimmi che sono bravo e sono un amico»
Mora: «No bravo, di più».

(Notare come questi due geni non prendano nemmeno precuazioni riguardo alla “remota” possibilità di essere intercettati.)

emilio fede lele mora ruby berlusconi

 

La carica dei 101 – Walt Disney

•14/01/2011 • Commenti disabilitati su La carica dei 101 – Walt Disney

* Quando i cuccioli vengono ritrovati nel covo di Gaspare e Orazio, stanno guardando alla tv l’episodio Springtime (1929) della serie delle Silly Symphonies dello stesso Walt Disney.
* In una scena del film appare il personaggio Whisky presente nel film Lilli e il Vagabondo, l’omonimo personaggio è riconoscibile dal collare che gli viene dato alla fine del film Lilli e il Vagabondo. Altri due personaggi sempre di Lilli e il Vagabondo ovvero la cagnetta pechinese Gilda e il Mastino Toughy, appaiono nella vetrina di un negozio di animali. Gli stessi Lilli e Biagio compaiono nella scena seguente (la prima in mezzo alla strada e il secondo sopra un camion sul margine destro della strada stessa).
* Molti dei disegni preparatori per i cuccioli dalmata vennero usati per i lupacchiotti del film Il libro della giungla, e lo stesso dicasi per alcuni cuccioli del negozio di animali nello stesso film.
* Nella scena in cui Pongo e Peggy combattono contro Gaspare e Orazio per salvare i cuccioli, si vede Orazio che tira una clava in testa a Gaspare che si trova alle sue spalle. Questa sequenza verrà poi ripresa nel classico Disney La spada nella roccia (nella scena in cui Ettore e Caio trovano la cucina sotto l’incantesimo di Merlino).
* La scena dove Pongo aiuta Lucky a salire sul camioncino e viene poi aiutato da Peggy, verrà ripresa nel film Gli Aristogatti, dove sarà Romeo ad aiutare Minou a salire sul camioncino e verrà aiutata da Duchessa.
* La governante Nilla ha l’aspetto di Flora, una delle fate madrine in La bella addormentata nel bosco la quale anch’ella come Nilla ha la voce italiana di Lydia Simoneschi.
* Quando Tibs si arrampica sui rami per trovare i 15 cuccioli, si muove come uno scoiattolo della bella addormentata nel bosco
* Quando Tibs spinge la finestra per entrare nella casa di Crudelia De Mon (e non Demon), fa come Figaro per un favore di Geppetto di Pinocchio
* Visto il precedente fallimento di La bella addormentata nel bosco, che aveva incassato pochissimo avvicinando la Disney alla bancarotta, questo è considerato il film che riuscì a salvarla.
* Il film fu rilanciato nei cinema di tutto il mondo anche nel 1995.

Crudelia Demon De Mon

OGGI E’ UN GIORNO SPECIALE

•15/12/2010 • Commenti disabilitati su OGGI E’ UN GIORNO SPECIALE

E’ NATO IL POLO DELLA NAZIONE!!!!

IL POLO DELLA NAZIONE, CAPITE?

 

CON RUTELLI, CASINI E FINI!

il polo della nazione

IL POLO DELLA NAZIONE!!!!!!!!!!!!